“Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento del meglio” sosteneva Oscar Wilde. E la nostra terra, la Calabria, lungi dal fare retorica, propone solo il meglio: nient’affatto per il cliché “sole-mare-‘nduja” che etichetta il calabrese medio (come se, questi, non fosse capace di fare altro), ma per la capacità di dar valore a ciò che la natura gli ha messo a disposizione, con la cura tramandata dalle generazioni. Al di là di ogni stereotipo, dunque, parlare di eccellenze non può non vertere su profumi e sapori, su ciò che viene maldestramente imitato altrove, come se fosse possibile emulare l’arte degli chef calabresi. Lo sfondo naturale, poi, fa il resto. Tra ciò che il meglio propone, per l’appunto, rientra la cucina di “Marevì”.
Il mese di aprile si è distinto per il grande ritorno del ristorante di Copanello che, dopo l’apertura dell’attività nel periodo invernale seguita da un momento di pausa, scalda i motori (anzi, i fornelli) puntando moltissimo sulla stagione estiva. Un posto esclusivo, baciato dal mare, ideale per cerimonie (lauree, battesimi, compleanni e altro) e per trascorrere serate indimenticabili con la persona amata o con gli amici.
Il leitmotiv di “Marevì – Cucina Verace” è quello di sempre: territorio, stagionalità e freschezza e secondo i tre principi fondanti del lavoro di chef Davide Bosito Cosentino ed Emanuele Platì e Fiore Catizone ad occuparsi anche dell’aspetto esecutivo della cucina, sono state queste le prerogative degli eventi che hanno caratterizzato la riapertura del locale, nelle scorse settimane. La Domenica delle Palme, Pasqua e Pasquetta “verace” e gli altri eventi a tema che verranno, pongono al centro il cliente il quale, di volta in volta, viene stupito da un menu incentrato sul rapporto con piccoli produttori e agricoltori della filiera alimentare e materie prime bio eccellenti. E “Marevì”, si sa, è noto per lo straordinario crudo mare, in una idea di cucina interpretata in chiave moderna, verace e raffinata.
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