Una nota di linea di profumi ed essenze per uomo e donna si rifà all’idea di “tesori”. In questo caso, dell’Oriente si percepiscono i sapori, anche le tradizioni. Parliamo del Tipanan Restaurant che ha dipinto sul Lungomare di Catanzaro Lido (precisamente in località Giovino) tonalità orientali, frutto dell’incontro tra Italia e Giappone. Perché Tipanan è questo: letteralmente un “luogo d’incontro” che concede al cliente di proiettarsi in una dimensione sensoriale come nelle fiabesche foreste di bambù di Kyoto, trovando riparo dallo stress della quotidianità. A fare da cornice, il mare che bagna la costa catanzarese, silenzioso quanto affascinante.
E se una geisha, dolce e raffinata, accoglie gli ospiti con garbo per farli sentire a casa, la famiglia Tipanan (una famiglia piuttosto internazionale, composta da circa venti figure suddivise in due brigate diverse, giapponese e italiana) da sempre si prende cura del cliente, con dovizia di particolari, puntando sulla stagionalità e la freschezza della materia prima. “Amiamo ciò che facciamo e amiamo offrire ai nostri ospiti un’esperienza unica” è il claim del Tipanan, alla base del proprio modus operandi.
Passione, dedizione. Ciò che non manca mai è il sorriso, nonostante il momento delicato che vive l’ambito della ristorazione, dovuto alla pandemia: “Il 2021 si prospettava come anno di ripresa, ma in realtà ha portato con sé i segni del covid – analizza Mirea Rotundo, nel fare un recap generale -. Il 2022 è iniziato un po’ ‘tentennante’, ma andiamo avanti cercando di essere sempre ‘positivi’ – ironizza sulla parola – sebbene la situazione incida decisamente sulle attività ristorative, è innegabile. Fortunatamente abbiamo sempre attivo il servizio asporto e consegna a domicilio che funziona come durante il lockdown. Cogliamo l’occasione per continuare a formarci e non stare ‘fermi’, essendo un settore in continua evoluzione”. Parole doppiamente eloquenti, in qualità di titolare dell’attività, nonché presidente della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) di Confcommercio Catanzaro. Un ruolo frutto della necessità di portare nuova linfa alle associazioni di categoria, dando voce ai giovani talenti dell’imprenditoria locale.
E se la continua formazione è alla base delle dinamiche imprenditoriali, il proporre delle novità alla clientela costituisce il punto cardine: “Stiamo valutando delle nuove proposte da inserire nel menu giapponese e in quello italiano già da febbraio – annuncia Mirea Rotundo -. Includeremo prodotti sempre più mediterranei, tipici del nostro territorio, avvalendoci dei presidi Slow Food come il caciocavallo di Ciminà o il maialino nero con la ‘nduja, per giocare molto sull’incontro tra pesce e prodotti locali. Con la primavera, ma soprattutto in estate, avremo un pubblico di turisti che vogliono riscoprire la tradizione calabrese.
Nella cucina giapponese abbiamo il sushi con il peperoncino calabrese, lo spicy tuna, maki rifinito da tartare di tonno rosso, tobanjan (pasta di peperoncino giapponese) e peperoncino calabrese per sottolineare la nostra tipicità, o il miso ramen (tradizionale zuppa giapponese) con verdure, funghi Nameko, nitamago, chashu, tofu. Per il menu italiano puntiamo sui sapori del territorio, proponendo, tra i vari piatti, un risotto con zucca, cozze e burrata. Disponiamo anche dei funghi porcini di Serra San Bruno da abbinare con la capasanta. È un connubio tra sapori più decisi e altri delicati, tra terra e mare. Tra le proposte, inoltre, gli gnocchetti al nero di seppia (da noi realizzati, con la patata della Sila), con il ragù di seppia e la fonduta di pecorino di Monte Poro, o lo spaghettone di Gragnano con alici e finocchietto selvatico”.
Il Tipanan ha uno staff di giovani affiatati, innamorati della propria terra e motivati a fare sempre di più, al servizio dell’utenza: “Crediamo in questo lavoro, vogliamo portarlo avanti in Calabria e facciamo del nostro meglio, ogni giorno – sostiene Mirea Rotundo -. Lavoriamo uniti verso un’unica direzione per far prevalere il nostro territorio, così bello ma mai valorizzato abbastanza. Sta a noi, per primi, dargli il giusto merito con la ristorazione, principale vettore economico locale”.
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