“Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno in tutta la tua vita”. Dev’essere questo, evidentemente, lo spirito che muove l’ardore di chi decide di stare in una cucina. Anzi, di viverci letteralmente, a costo di star chiuso ore e ore tra i fornelli, facendo grondare sudore dalla fronte, mettendo in conto i tagli sulle mani provocati accidentalmente da un coltello o la scottatura causata da una padella rovente. È una passione così forte, che nasce da dentro. Non sei tu a sceglierla: è lei che sceglie te.
Spicca proprio grande passione in Mariarita Bruno: chef versatile, estrosa che, nonostante la giovane età (poco più che trentenne), annovera diverse importanti esperienze che l’hanno portata ad essere una tra le figure più ricercate e apprezzate sul territorio. Già solo nel parlarci, emana allegria, energia, la stessa che traduce in cucina, nelle sue creazioni, tra il “Don Giovanni Bistrot” e “Il Golosone”.
“Ho collaborato e collaboro tuttora con l’azienda della famiglia Muraca di Cicala, come per la linea dei sughi pronti, ad esempio, che loro vendono molto all’estero”, dice la Chef Bruno nel tracciare un suo personale percorso, citando una delle più importanti realtà agroalimentari calabresi. Dal connubio di intenti, tra la chef e la nota azienda presilana, sono nate diverse creazioni, come la “rivisitazione” del Morzello di Baccalà o lo gnocchetto con ragù di coniglio.
Dei piatti proposti dalla chef in chiave moderna, pur restando fedele alla tradizione della cucina calabrese: “Preferisco non parlare di ‘rivisitazione’ ma di omaggio alle nostre radici, perché la cucina è profumi e sapori, ma soprattutto ricordi. Ogni piatto rievoca un ricordo, un passato, come il pranzo della domenica”, puntualizza Mariarita Bruno, la quale non ha un vero e proprio cavallo di battaglia, ma ha nel cuore piatti a cui è particolarmente affezionata per i ricordi e le emozioni che suscitano.
“È stato un 2021 molto difficile per tutti. Se ad inizio pandemia i locali erano chiusi, la successiva suddivisione in zona rossa, arancione o gialla, ha indotto comunque la gente a restare in casa, per timore – continua -. Non abbiamo avuto il riscontro che auspicavamo con entusiasmo inizialmente”. Tuttavia, come Einstein sosteneva, “nel mezzo delle difficoltà, nascono le opportunità”; ecco, dunque, delle importanti sorprese: “Durante il lockdown è nata una collaborazione con il “Tortuga”, ai cui titolari ed al capo pizzaiolo sono legata da profonda amicizia; poi, l’esperienza con lo chef Claudio Villella. Ma soprattutto la bellissima collaborazione con Mirko Cicco”.
Quindi i dettagli di un’empatia sbocciata da subito: “Entrambi membri dell’associazione Anyway Chef, durante la quarantena io e Mirko abbiamo iniziato a scriverci, scambiandoci consigli, anche trucchi del mestiere – rivela Mariarita -. Con l’avvio della stagione estiva sono rimasta a lavorare a Soverato, poi, a settembre, ho fatto ingresso nel suo locale con disinvoltura e naturalezza come se ci conoscessimo da sempre! Il suo ‘perché non inventiamo qualche pizza insieme?’ è stata la scintilla che ha dato vita alla collaborazione! Nel marasma negativo generato dal covid, ho conosciuto persone speciali”.
Il percorso tra chef Mariarita Bruno ed “Il Golosone” di Mirko Cicco ha avuto quindi avvio quasi per gioco. Ma si sa, talvolta, le sorprese arrivano quando meno te l’aspetti: “Insieme abbiamo ideato varie creazioni, con abbinamenti insoliti. La più simpatica, è stata la pizza fatta per San Valentino! Una Pizza Sandwich con carne e cipolla alla genovese e mostarda di peperoni che solitamente propongo al ‘Don Giovanni Bistrot’. È stata una bella scoperta, tenendo conto che Mirko è un maestro nella pizza al padellino. Altra pizza che ricordo con piacere, è una tra le prime realizzate, con tonno marinato alla barbabietola, con uno tonno dalla texture bellissima. Una pizza che ha avuto ottimo riscontro. Oppure una sorta di pizza ai quattro formaggi, con cialda, mousse e fonduta, realizzate con prodotti locali”. Questo il principale comune denominatore tra Bruno e Cicco: “Entrambi puntiamo unicamente sui prodotti locali, sulle realtà – anche piccole – della nostra terra”.
Si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti è solo un modo impersonale di preparare da mangiare. E la chef Mariarita Bruno, nel lavorare, porta le sensazioni che le persone incontrate e le esperienze vissute le hanno regalato. Riuscendo a riempire lo stomaco dei clienti con l’immaginazione.
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